Descrizione corso: |
L’audiovisivo, il mediale e multimediale, dall’idea fondante di progetto al concetto, all’esigenza interiore, al tipo di relazione che ci si attende ed intende instaurare con i fruitori, il ruolo delle metafore visive/sonore e d’interazione, le catene semiotiche e del modo simbolico, il sistema della comunicazione di massa sulle poetiche artistiche ed i risvolti socioculturali alle estetiche relazionali ai manufatti delle arti visive.
Il corso intende fornire agli allievi gli strumenti per un’analisi dell’audiovisivo multimediale basata sulla costruzione degli effetti tensivi e ritmici: punto, linea/segno, colore, luce, chiaroscuro, forma, figura, superficie, medium, equilibrio, disequilibrio, simmetria, asimmetria, peso compositivo, tempo, metrica, ritmo, volume, spazialità.
Il corso farà propria la concezione di Ragghianti di riunire nelle Arti della visione, termine da egli stesso coniato, le arti figurative, il cinema, il teatro, la televisione. Così come: la videoarte, l’intermediale, l’installazione, la performance, ecc. Tale concezione si basa sulla convinzione che tutte queste forme d’espressione hanno come fondamento il dato della visione e come elemento comune quello della temporalità.
« Sarà atto e valido a comprendere il cinema nei suoi valori autentici, colui che, interrogato in proposito, non saprà magari che cosa due o più persone unite in una medesima inquadratura hanno detto, ma saprà riferire esattamente la loro mimica, il loro gesto, il loro percorso, le loro relazioni di stasi o di movimento, il loro rapporto di gravitazione o di dinamica in un ambiente egualmente percepito nella sua funzionalità estetica, saprà distinguere la qualificazione luminosa dei rapporti di bianco-nero o di colore, la tonalità degli accenti chiaroscurali, la scelta dei tipi e delle fisionomie, la singolarità degli atteggiamenti, la ritmazione del tempo, il movimento o il carattere dell’inquadratura, la connessione delle sequenze, e via discorrendo. Saprà, insomma, rendere conto del linguaggio proprio in cui si esprime il cinema, che non è un indeterminato o polisenso mezzo riproduttivo per la comunicazione della parola, ma una soggettivazione artistica in quei suoi termini esclusivi. » – Carlo Ludovico Ragghianti
La costruzione di concetti creativi autentici. Le delicate fasi di concept che definirà l’idea fondante e sottesa dei progetti, la forma ed il modo (visione sinottica) con il quale dovrà sintetizzarsi il messaggio (emozionale). L’approfondimento delle corrispondenze tra concetto e forma, tra concetto e visione, tra concetto e suono, dell’immagine, della luce, del colore, della forma, del ritmo, e loro interazioni al messaggio proposto (sinestesi).
Il corso si pone tra gli obiettivi quello di ispirare il pensiero degli studenti attraverso una comprensione dei comportamenti, emotivi e culturali. Incrementarne la percezione estetica e lo sviluppo di una coscienza responsabile nel creare percorsi di comunicazione innovativi e multisensoriali che, orientati sempre più ad attrarre in modo emozionale l’utente, possono modificarne e determinarne le scelte. Predisporre un iter formativo coerente ed in grado di supportare lo studente per un suo autonomo futuro inserimento professionale. Nello specifico, saranno sviluppati – anche tramite opportune esercitazioni – gli strumenti concettuali, analitici, sintetici e pratici per un corretto approccio alla pianificazione, alla progettazione ed alla realizzazione della comunicazione visuale e audiovisiva.
Coerentemente a quanto già enucleato, saranno anche affrontati aspetti critici inerenti al rapporto puntuale con la committenza, all’inserimento consapevole nelle dinamiche operative della Comunicazione, nonché al rapporto professionale con eterogenei gruppi di lavoro e alla capacità effettiva di realizzazione progettuale. Lo studente, quindi, sarà guidato nella formazione di quelle abilità necessarie e sottese alla professione di progettista comunicatore audiovisuale dal briefing iniziale all’output finale; dal primo approccio all’incarico, alla presentazione e consegna dell’elaborato di progetto.
Fondamentale sarà attuare una profonda comprensione e sensibilizzazione verso le proprietà espressive ed evocative dell’immagine, della forma e del colore, e le intime relazioni e corrispondenze che intercorrono tra queste e il suono. Guardare dovrà portare a percepire il “suono” dell’immagine. Ascoltare dovrà portare a percepire la “forma” del suono. Si creeranno percorsi d’analisi, approfondimenti e progetti di sinestesi dei linguaggi tra le arti visive e la musica.
Uno degli obiettivi fondanti del corso, infatti, sarà anche: l’ascolto e la capacità d’ascolto. Lo sviluppo percettivo del suono non solo “organizzato” ma mirato ad una sensibile valorizzazione del cosiddetto rumore. Il paesaggio sonoro diviene, così, patrimonio essenziale per la percezione di quelli che potrebbero essere identificati come suoni invisibili. Saper ascoltare è come saper comporre. Una qualità incrementale attenta ed ipersensibile dello sterminato paesaggio sonoro ci permette di costruire, valorizzando o dissimulando determinati suoni o rumori piuttosto che altri, i nostri personali scenari sonori. L’ascolto non ha palpebre come gli occhi, ed « Il silenzio non esiste. C’è sempre un qualcosa che produce un suono. » dichiarò John Cage, certamente il più importante compositore della estetizzazione dei ‘suoni’ ambientali, il quale poneva l’ascolto e la qualità d’ascolto, appunto, quale metodo più efficace contro i ‘disturbanti’ sonori.
Gli objects sonores di Pierre Schaeffer, padre della musica concreta, hanno lo stesso valore degli degli objects trouvés di Marcel Duchamp.
Non è un confronto tra somiglianze o differenze ma di valore, appunto, d’identica rilevanza. Quanto distanti possono essere le analogie è ovvio; l’oggetto visivo non è fonte di luce ma illuminato dalla luce, il suono, invece, al pari della luce origina da una fonte ed è la fonte.
Non è la metafora suono oggetto visivo e neanche la commistione tra eterogenei elementi. Le differenze limitanti sono da identificarsi in una decodifica del linguaggio. Il suono, a differenza dell’immagine già oggettivata per ciò che è, perde la sua superiorità metafisica nell’essere, appunto, razionalmente oggettivato. È un aspetto ancestrale legato alla necessità dell’uomo di capire cos’è quel suono e quale la causa per individuarne un eventuale pericolo. Si inficia così il suono ad un segnale che rinvii ad un senso.
Pierre Schaeffer nel Traité des objets musicaux teorizza la musica acusmatica per poter analizzare il suono senza i vincoli semantici o linguistici legati alla fonte e restituire al suono la condizione di oggetto a sé stante. Acusmatico deriva dall’akusmatikoi di Pitagora. La teoria del filosofo greco si basava su un ascolto totalizzante che consentisse l’utilizzo dell’udito scevro da distrazioni visuali parlando ai suoi discepoli celato da un velo, così da restituire « all’udito la totale responsabilità di una percezione che normalmente si appoggia ad altre testimonianze sensibili ». Nei suoi studi Pierre Schaeffer ha adottato tale concetto per poter analizzare il suono e restituirlo all’ascolto svincolato dalle proprie cause; la musica acusmatica è la musica creata per essere ascoltata tramite altoparlanti. Il velo è per Pitagora ciò che l’altoparlante è per Schaeffer.
« Si è fatto un passo avanti. Oggi, un punto può significare qualche volta nella pittura più di una figura umana. Una verticale messa insieme a un’orizzontale produce un suono quasi drammatico. Il contatto dell’angolo acuto di un triangolo con un cerchio non ha minore effetto di quello del dito di Dio con le dita di Adamo in Michelangelo. » – Vasilij Kandinskij
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Bibliografia: |
Dispense in itinere fornite dal docente*
Bibliografia consigliata:
ARNHEIM, R., Arte e percezione visiva, Milano, Feltrinelli, 1962.
BOULEZ, P., Il paese fertile. Paul Klee e la musica, Milano, Abscondita, 2004.
DORFLES, G., Arte e comunicazione, Milano, Mondadori Electa, 2009.
DREYER, C. T., Cinque film, Torino, Einaudi, 1967.
EJZENSTEJN, S. M., Teoria generale del montaggio, Padova, Marsilio, 1985.
GENTILUCCI, A., Introduzione alla musica elettronica, Milano, Feltrinelli, 1972.
LE CORBUSIER, Le Poème Electronique, Editions de Minuit, Paris 1976.
MURRAY SCHAFER, R., Educazione al suono – 100 esercizi per ascoltare e produrre il suono, Ricordi, Milano, 1998.
MURRAY SCHAFER, R., Il paesaggio sonoro, Ricordi Lim, Milano, 1985.
JANKÉLÉVITCH, V., La musica e l’ineffabile, Milano, Bompiani, 1998.
KANDINSKY, W., Lo spirituale nell’arte, Milano, Bompiani, 1989.
KANDINSKY, W., Punto, linea, superficie, Milano, Biblioteca Adelphi, 1968.
NATTIEZ, J.-J., Il discorso musicale. Per una semiologia della musica, Torino, Einaudi, 1987.
NATTIEZ, J.-J., Pierre Boulez e John Cage, corrispondenza e documenti, Milano, Archinto, 2006.
PASOLINI, P.P., Empirismo eretico, Milano, Garzanti, 1972.
PASOLINI, P.P., Figuratività e figurazione, Roma, Ed. Carte Segrete, 1992
PIANA, G., I problemi della fenomenologia, seconda ed. a cura di V. Costa, Mondadori, 2000.
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SCHNEIDER M., Pietre che cantano: studi sul ritmo di tre chiostri catalani di stile romanico, Milano, Archè, 1976.
SERRA. C., La rappresentazione fra paesaggio sonoro e spazio musicale, Milano, CUEM, 2005.
STEIN, E. M., Weiss G., Introduction to Fourier Analysis on Euclidean Spaces, Princeton University Press, 1971.
XENAKIS, I., Universi del suono. Scritti e interventi 1955-1994, Milano, Universal Music MGB, 2003.
N.B.: Su richiesta il docente fornirà ulteriore elenco di libri consigliati.
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