Descrizione corso: |
Il corso di “Metodologie e tecniche del contemporaneo” “ adempie ad una duplice ed integrata funzione didattica nell’ambito del biennio di specializzazione in arti visive e discipline dello spettacolo.
Da un lato, per gli studenti che già hanno frequentato il corso accademico di “Storia e metodologia della critica d’arte” esso costituisce un utile approfondimento di natura seminariale per quanto riguarda gli accadimenti artistici e culturali dell’ultimo ventennio, successivi all’apparizione sulla scena della prima ondata post moderna, quella relativa a correnti quali la Transavanguardia, le ultime per cui, particolarmente in Italia, si possa parlare di relativa storicizzazione e stabilizzazione dei valori.
Dall’altro, per quanti invece provengano da altri indirizzi universitari, il corso abbinerà gli aspetti salienti dell’impostazione caratteristica di “Storia della critica” con i contenuti peculiari ed originali di questa specifica ed inedita materia.
In “Storia della critica”, per affrontare le tematiche della critica “militante “attuale, fenomeno che conosce in Italia una particolare caratterizzazione, sviluppo un programma sincronico articolato nei due anni del corso. Nell’ambito della prima parte si affronta il concetto di critica d’arte nella lunga fase della premodernità, partendo dall’estetica antica e medievale, per passare gradualmente ad approfondire il Rinascimento, il Manierismo, la stagione barocca, verificando la condizione del dibattito critico e la speculazione filosofica sull’arte, correlando il tutto alla parallela evoluzione dello stile e delle forme fino all’ 800. La seconda parte è interamente dedicata ad un secolo contraddittorio e ricco di eventi come il Novecento, fondamentale per il rinnovamento del linguaggio dell’arte, che riesce ad emanciparsi dal naturalismo e dal vincolo prospettico e bidimensionale, a sua volta analizzato in due distinte fasi. La prima dalla stagione delle avanguardie storiche al 1945, con una disamina delle principali figure di storici dell’arte quali, tra gli altri, i due Venturi, Longhi, Berenson, Warburg, Panofsky, la teoria formale di Wolfflin. Inoltre, si compie una verifica parallela delle posizioni di due intellettuali atipici e, all’apparenza, antitetici come Marinetti e Benjamin, entrambi in grado di comprendere gli effetti rivoluzionari per l’arte e l’estetica arrecati dal grande sviluppo tecnologico e comunicativo. E poi la volta del secondo ‘900, fino ai giorni nostri, dove si afferma sempre di più un concetto ed una pratica della critica come testimone ed ordinatrice della contemporaneità, con la figura, un tempo predominante, dello storico dell’arte, relegata ad un ambito sempre importante, ma ormai specialistico. Si parte dalla stagione dell’Informale, per passare a quella pop e concettuale, ed approdare a quel lungo “fine secolo” iniziato dopo il 1975, con il ritorno alla pittura ed il ricorrente fenomeno della citazione, fino ai giorni nostri, caratterizzati da un eclettismo stilistico e dalla globalizzazione ormai planetaria di stili e di tendenze. In parallelo si seguono le vicende e la teoria della critica militante, in particolare quella italiana, unica per livello di creatività ed intuizione, ma anche per disomogeneità ed endemica conflittualità, sullo sfondo di un sistema che, nell’ultimo ventennio, si è distinto per volontà tenace di conservazione dei valori stabiliti e per sudditanza nei confronti dei meccanismi che presiedono il sistema internazionale dell’arte.
Nel corso di “Teoria e metodologia del contemporaneo” si avrà un maggiore approfondimento interdisciplinare; quindi, si analizzeranno i rapporti intercorrenti tra le arti visive e gli altri linguaggi creativi, ed anche le relazioni tra la cultura “alta”, il mondo delle idee e lo strato sottostante della materialità, quindi la tecnologia, la politica, l’economia.
Partendo dall’ origine culturologica dell’ aggettivo “contemporaneo”, si andrà a constatare il significato di questo termine nella nostra quotidianità, nonchè l’evoluzione della contemporaneità a partire dal suo esordio, databile attorno al 1860, fino ai nostri giorni, in cui la memoria del passato, in particolare l’eredità del Novecento, e la volontà di impostare il futuro su nuove basi, si intrecciano in una contraddittoria matassa storica ancora difficile da dipanare, sullo sfondo di una globalizzazione che non è solo economica, ma anche politica e culturale.
Naturalmente i vari riferimenti ad ambiti propri dell’antropologia e dell’estetica non impediranno all’arte di giocare un ruolo predominante nel programma del corso, pur puntando l’accento su di una sua interpretazione “allargata” e non monadistica.
Quindi si cercherà di comprendere l’evoluzione dello stile nella stagione della post-modernità, in particolare nella sua fase più recente, successiva al 1984, con un’attenzione particolare all’arte italiana, inquadrata sempre e comunque sullo sfondo di mutazioni formali ormai estendibili su scala planetaria, e di verificare il ruolo e la funzione dell’arte e degli artisti all’interno della società contemporanea.
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